AIATL E_Zine Giugno - Page 64 - woodturning 64 ad esempio) una vernice ad un olio,in quanto l’effetto ravvivante sul legno è ottenibile con la sola vernice. OLIO VEGETALE Sotto questa denominazione possiamo trovare una miriade di prodotti; di seguito una breve selezione di quelli di più comune interesse. OLIO DI OLIVA Olio estratto,come noto,dalle olive; blando ravvivante delle fibre del legno è possibile utilizzarlo per una blanda protezione di stoviglie utilizzate con una frequenza non quotidiana ma comunque intensa. Oltre al costo elevato ha la spiacevole tendenza ad irrancidire,provocando uno spiacevole odore. Applicazione: come già indicato per l’olio minerale. OLIO DI SEMI VARI 65 Potete trovare sia la versione in miscela,semi vari appunto,sia quella mono seme ( seme di colza,si soia,di girasole,etc,etc) Sostanzialmente,prezzo a parte,non ci sono differenze apprezzabili nell’uso; blandi ravvivanti della fibra legnosa,diversamente dall’olio di oliva non irrancidiscono. Uso e applicazione,come già visto per le altre tipologie di olio. ATTENZIONE: gli oli fin qui visti NON sono prodotti di finitura/protezione propriamente detta; sono,per così dire,semplici maquillage in quanto non siccativi. OLIO DI LINO 66 Olio estratto dai semi lino,possiamo trovarlo nella versione “crudo” e “cotto”. La versione cruda,più fluida,viene solitamente addizionata ( rapporto 1:1) con trementina o terpeni ( i terpeni aiutano a nascondere meglio l’odore da friggitoria cinese) per una miglior penetrazione nelle fibre del legno. Può venir applicato a pennello o a straccio,in ripetute mani. Si tratta di un olio siccativo: occorre quindi attendere con pazienza che si completi l’azione di polimerizzazione perché si abbia la completezza della protezione; a polimerizzazione avvenuta,l’olio di lino ( che satura e si lega alle fibre) svolge realmente un’azione completa di finitura dando al contempo un aspetto piacevole al manufatto. L’olio di lino cotto è,per così dire,una versione più rapida del prodotto; il riscaldamento preventivo provoca infatti una parziale polimerizzazione delle molecole,rendendo più veloce il raggiungimento della protezione completa. Naturalmente avremo a che fare con un prodotto più denso; come visto più sopra ci aiuteremo con la diluizione di adatti solventi ( aumentando leggermente la proporzione in favore del solvente) per favorire la penetrazione nel legno. ATTENZIONE:durante la polimerizzazione l’olio di lino sviluppa calore; lavate i pennelli ed evitate di lasciare stracci appallotolati imbevuti di olio: non sono rari i casi di autocombustione,talvolta con esiti disastrosi ( laboratori andati distrutti dalle fiamme). OLIO DI TUNG 67 Altro olio di origine vegetale piuttosto ben conosciuto; ha proprietà simili all’olio di lino cotto ma è leggermente più veloce nella polimerizzazione e leggermente più “ duro” . Proprietà coloranti maggiori rispetto ad altri oli ( tendente al marroncino), se usato puro richiede tempi di essiccazione lunghi ( consigliata una diluizione al 50% con trementina o terpeni). Alcuni ne suggeriscono l’aggiunta all’olio di lino per aumentarne la resistenza ( in percentuali tra il 10 e il 30%) Olio siccativo quindi di finitura ottimale; come per l’olio di lino,a polimerizzazione definitiva,sopporta un leggero velo di cera in sovrapposizione. Applicazione consueta,a straccio o pennello,fino a rifiuto. DANISH OIL Si tratta di una miscela di olio di tung e additivi ( resine e/o vernici sintetiche) L’alterazione dell’olio ne velocizza la polimerizzazione oltre a conferire elasticità e durezza superficiale alla lacca; può essere utilizzato con due cicli distinti. Il primo,conosciuto come “bagnato su bagnato” prevede abbondanti impregnazioni subito seguite da asciugature dell’eccesso,in successioni di circa 20 minuti ; sono previsti generalmente fino a 4 cicli. Si lascia asciugare il legno ( almeno 24/36 ore) lo si spaglietta ( lana d’acciaio 0000) ed eventualmente si ripete un ciclo leggero di impregnazione . Nel secondo tipo di applicazione si applica abbondante olio e successivo asciugamento dell’eccesso una sola volta al giorno,ripetendo l’operazione per 4 giorni consecutivi. Si termina come già visto con spagliettamento ed eventuale leggera passata ulteriore. 68 Sono naturalmente trattamenti suggeriti,non un imperativo; alla vostra esperienza diretta lascio la scelta di variazioni più soddisfacenti. Oltre a quanto descritto,possiamo trovare una vasta scelta di alternative; cito ad esempio l’olio di Teak o di Jojoba. Credo che la validità di questi prodotti sia quantomeno simile ( viste le caratteristiche chimiche equivalenti) quando siano “naturali”; più difficile da valutare il mondo,assai vasto, delle cosiddette “oleoresine” (di cui il Danish oil è un esempio) sia perché quasi sempre le etichette sono vaghe nel descrivere il contenuto sia perché tempo di conservazione ed applicazioni in condizioni climatiche diverse,alterano considerevolmente il risultato. LE VERNICI Arriviamo dunque al capitolo finale,la trattazione delle vernici. Come per quanto visto finora,sarà ovviamente un insieme di prodotti basici indicativi delle possibilità infinite di miscelazione ed effetti ottenibili. Ricordate: possibilmente,in caso di sovrapposizione,utilizzate prodotti con solvente di ugual natura ; nel caso di diversità,di norma vale la regola che un prodotto all’acqua può essere usato sopra uno a solvente ma evitate il contrario. GOMMALACCA 69 Questo prodotto,ottenuto dalle secrezioni di un insetto,possiamo definirlo naturale; visto che è disciolto in alcool etilico è considerato edibile. Lo troviamo in commercio sia sotto forma di scaglie,nelle varie tipologie ( naturale,decerato,etc) che differiscono per la loro colorazione (che viene trasmessa anche al legno) oppure in soluzioni già pronte all’uso. Per esperienza diretta non ho trovato differenze apprezzabili nelle formulazioni,a patto naturalmente che il prodotto già pronto sia di Case con qualità produttiva elevata. La gommalacca funziona perfettamente da turapori così come,se applicata in più mani intervallate da carteggiatura adeguata,come vera e propria finitura. Quanto più spesso sarà il film di prodotto,tanto più elevato sarà il grado di durezza superficiale raggiunto . Per chi non gradisca la lucentezza tipica della lacca,una semplice spagliettata o un velo di cera come ultimo trattamento risolverà il problema. In tornitura,la stesura della gommalacca è solitamente affidata al pennello evitando il complesso e laborioso uso della lavorazione a tampone. TURAPORI 70 Abbiamo già incontrato questo prodotto nel capitolo riguardante le cere. Se non facciamo uso di gommalacca è sostanzialmente il prodotto da cui inizia il processo di finitura ( può non esserlo in caso di legni a piccolo poro trattati a cera; lo è sempre nei cicli che utilizzano vernici). Il turapori può essere commercializzato in vari solventi ( alcool,acqua,sintetico ) ma mantiene sempre e comunque la stessa funzione: grazie al residuo secco ( ciò che resta dopo l’evaporazione del solvente) e all’azione della carteggiatura dello stesso,otterremo un fondo di omogeneo assorbimento,ben aggrappante,per i prodotti che andremo a stendere successivamente ( in un trattamento che è definito quindi “a poro chiuso”.) Inoltre,irrigidendo la peluria superficiale del legno,la successiva carteggiatura la asporterà in modo più efficace migliorando la superficie del manufatto. Soprattutto in caso la vostra scelta cada su turapori nitrocellulosici,sciegliete prodotti di qualità:conterranno una quantità maggiore di residuo secco ( ciò che serve) e sarà vostra scelta deciderne la diluizione più appropriata; prodotti ad alta/altissima velocità di essiccazione indicano elevate quantità di solvente ( che pagate e si volatilizza). La stesura si effettua a pennello,in più mani e intervallate da accurata pulizia dopo ogni carteggiatura ( i residui di abrasivo e/o legno possono rigare la superficie che,con fatica,state migliorando.) VERNICI ACRILICHE SPRAY 71 Iniziamo da questa tipologia di vernici poiché ritengo siano fra le più conosciute e di più facile reperibilità. Le vernici acriliche hanno una ottima versatilita’ d’uso,prezzo contenuto e facilità di applicazione; vendute sia in versione colorata che trasparente, richiedono nell’applicazione una buona preparazione del fondo ( turapori) per sviluppare al meglio le loro potenzialità. Le versioni trasparenti sono ( nelle migliori marche) sia lucide,che semi lucide o anche opache. L’applicazione avviene in più mani leggere; oltre ad un’agitazione frequente della bomboletta,occorre lavorare a temperature superiori ai 20 gradi e con basse percentuali di umidità. Oltre alla versione spray,la vernice acrilica è reperibile anche in barattolo ( quasi mai in confezioni inferiori al Kg.) per un’applicazione a pennello o per una personalizzazione con aerografo. VERNICI NITROCELLULOSICHE Un tempo fra le vernici più usate in ambito legnoso,soffrono oggi delle limitazioni ecologiche ( talvolta applicate in modo insensato,a parere dello scrivente). Ormai quasi impossibili da reperire nella versione spray,resistono in nicchie di prodotti professionali e come tali vendute in barattolo. Facilità di applicazione,ottima resa e un risultato molto piacevole al tatto ( quasi setoso,con applicazioni di qualità) fanno della vernice nitro un prodotto di classe,che da sicuramente un valore aggiunto al prodotto tornito. Offerte nelle opzioni che vanno dal lucido ( quasi mai ad alto gloss) fino all’opaco,vengono applicate a pennello ( possibile anche l’immersione o la velatura,poco usuale in tornitura); asciugamento solitamente rapido,sempre con l’attenzione posta alla pulizia dell’aria del locale di verniciatura,della temperatura e dell’umidita,come in precedenza descritto per le vernici acriliche. 73 ToTem Tornitura Tematica Paradosso 74 www.aiatl.it Gennaio - Nicola Tessari Febbraio - Luigi Damato Marzo - Alessandro Butteri Aprile - Nicola Colaneri Maggio - Bruno Bologni Giugno - Massimo Giorgetti
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