AIATL E Zine Ottobre 2019 - Page 30 - woodturning 30 Ma torniamo al VI° Simposio. Come sempre le giornate previste sono il sabato e la domenica…..ma proprio come sempre c’è chi ne approfitta per allungare “il brodo” di un giorno e l’appuntamento, per certi, è fissato sin dal venerdì. Quest’anno, purtroppo non ero presente e ho, mio malgrado, rinunciato ad una splendida serata con annessa cenetta in ottima trattoria a “due passi” dalla scuola, cadenzati dal mitico Brunino esperto, oltre che dei viali Viareggini, dei sobborghi dello splendido centro storico di Viterbo. Arrivo comunque nella tarda mattinata di sabato, a lavori già iniziati e mi immergo nel clima del simposio. Con Marino ci dividiamo il compito di documentare l’evento al fine di rendere poi partecipe anche chi, magari suo malgrado, non ha potuto presenziare. Presenti, tra i venditori, gli habitué Gamma Zinken con Luigi e Gianluca Milani e Affilautensili Manzanese con Roberto Minin. Assente “giustificato” Richard Coter de l’Emporio della Tornitura, vittima per il secondo anno consecutivo di uno stato febbricitante e di un mal di gola addirittura imbattuto dalla propoli del “ the king of bees” alias sempre il Brunino da Campaldino (poco distante, va). 31 La giornata scivola via tranquilla, con tornitori che si davano il cambio alle varie postazioni. Da registrare la presenza di un giovane adolescente di circa 13 anni, con la sua bramosia e la sua voglia di realizzare qualcosa. Anche con un velo di tristezza negli occhi, per il suo primo acquisto, rimasto impigliato nelle reti di un mal di gola. Ed intorno a lui, navigati tornitori con consigli che, giustamente, miravano alla sicurezza prima che alla composizione estetica del pezzo in rotazione. La giornata del sabato scivola via e qualcuno rientra verso casa. Noi che rimaniamo ci diamo appuntamento alla solito circolino dove si mangia e si beve in un clima che ancora non sono riuscito a definire. Si mangia bene e questo è piuttosto determinante ma, tanto per fare un esempio, prima di sederci, alcuni di noi hanno avuto bisogno del bagno e per usufruirne, per circa due metri non siamo passati dal palco di una rappresentazione teatrale. Magari era previsto nel copione delle varie scene ma ad alcuni, è rimasto il dubbio se l’abbigliamento indossato era attinente alla scena recitata. Al di là dell’ironia anche la cena, come sempre, è una buona occasione per intavolare piacevoli conversazioni. Ci congediamo, percorrendo le vie del centro, dove i residui di una moderna mondanità di fine settimana, stridono con le bellezze di uno dei centri storici più vasti d’Europa. La Città dei Papi ridotta a pattume e desacralizzata dà un triste connubio di ignoranza e subcultura che non presagisce nulla di buono per gli anni a venire. 32 Nella piazza centrale dove decidiamo di darci appuntamento per la colazione, la domenica incontriamo un ritrovo di moto, vecchie, moderne, harley, vespe Piaggio, un potpourrì insomma di due ruote pronte per dar voce alle marmitte impazienti di esprimere le doti canore chissà per quali vie della tuscia. Arriviamo alla scuola di Giacomo e Vasco dove incontriamo nuovi visitatori e dove assistiamo all’interessante esposizione sugli acciai a cura di Luigi Milani, di GammaZinken che spiega, sapientemente, il giusto rapporto tra un tipo di acciaio, la rispettiva affilatura ed il conseguente approccio sulla superficie dei legni che saranno torniti. E penso che molti, dall’interesse mostrato, avranno appreso verità mai sapute o sciolti pregiudizi derivati da informazioni scorrette. Gli altri due appuntamenti clou della mattinata domenicale, sono il tradizionale swap e la squisita porchetta generosamente offerta dalla scuola La Malaspina, entrambe ampiamente documentate dall’obiettivo di Marino. Appuntamento al prossimo simposio quindi... 36 Enrico Fossati Eucalipto Maculata, 6 Pezzi A febbraio dell’anno scorso da amici del sud, a sorpresa, mi arriva un pallet di blocchi di eucalipto appena tagliato che faccio fatica a muovere. Con grande fatica dati i miei mezzi limitati riesco a tagliare a metà le sezioni di tronco e a tornire i pezzi in verde, cosa che non amo in quanto mi piace fare la doccia ma non mentre sono al tornio. Dopo averle sgrossate ho seguito il solito procedimento di essiccazione nei trucioli e dopo circa 8 mesi le ho finite. Qualcosa è andato storto in quanto si sono quasi tutte deformate. L’ultima (2 foto) è quella che è cambiata di più. Ho sbagliato io? È il legno ad essere ostico? O....la natura ha fatto meglio di me e quindi meglio che sia intervenuta? 37 Vito Morea Domenica Pomeriggio Al Tornio... Picoola Ciotola in Cedro del libano... Finitura: Shellawax Cream e cera Carnauba. 38 Alessandro Butteri Le Mannequin Giocando giocando. Giuseppe Tuninetti Ciotole Ho fatto queste ciotole per amici che gentilmente quando sono in possesso di legno interessante me lo regalano. Ciliegio selvatico diametro 28 X H 11 Faggio diametro 27 X H 9 41 Alessandro Butteri Prima prova carving Difetti ce ne sono e si vedono. Ma ho avuto un ottimo suggeritore e come prima prova almeno non è finita nel secchio. Il lavoro è stato tanto ma il divertimento pure. Proverò ancora. 42 La Sig.ra Vaia manager delle Dolomiti La perturbazione è stata di origine atlantica, l’area colpita il NordEst della nostra penisola. Le Dolomiti. La parte montana essenzialmente, quella più esposta. Piogge forti e persistenti e venti di scirocco che hanno raggiunto i 200 km di velocità. Un fronte che viaggia a quelle velocità si abbatte sui rilievi, dove, poco al di sotto della roccia abitata dai muschi e dai licheni, incontra e spezza la vita di conifere. E’ strage. Più di otto milioni di Mq con alberi: abeti, cirmoli….Un disastro, dal punto di vista forestale, mai registrato in Italia per tipologia. E la natura, anche in questo caso, sussurra alle orecchie di chi, distrattamente si fosse dimenticato di quanto sia grande la sua potenza, quanto sia imprevedibile la sua manifestazione e quanto, di fronte a certi teatri, possiamo porci solo come imberbi osservatori. E proprio come in un teatro, sul finire del mese d’ottobre dello scorso anno, è calato il sipario sulla prima scena. La tenda rossa si richiudeva sulle immagini che giravano il mondo, ben più veloci dei 200 km dello scirocco, mostrando al pianeta le foreste sdraiate. di: Alesandto Butteri 43 Atto secondo. Post Vaia. Ciak….la politica va in onda. Il Governatore sorvola in diretta FB le zone del disastro e, siccome deve “governare”, presenta il conto attribuendo alla tragedia un equivalente in termini economici. Un mq (tot euro) moltiplicato tot mq (tot.=tot.Euro). La popolazione piange, confusa tra la nostalgia di qualcosa che si stenta a comprendere bene (trenta anni fa la CEE pagava per infoltire i boschi, oggi sovvenziona il taglio degli stessi, considerando che trent’anni, per le scienze forestali equivalgono allo spazio di un nanosecondo, in quanto a lungimiranza sono una spanna sopra a tutti) ed il mero valore economico del danno perpetrato da “madre” natura. Ma la politica comunque, quando svincolata dalle gabbie televisive e dai talk a tempo pieno, si rammenta che è nelle sue prerogative avvalersi delle risorse tecniche che dispone e vi ricorre al fine di prevenire un altro nefasto fenomeno “naturale”. Che ci facciamo con 14 milioni di alberi abbattuti? Lasciarli marcire in loco darebbe adito a fenomeni franosi in un territorio già sottoposto a manifestazioni del genere e ancora poco prevedibili. Recuperarli con tutti i mezzi a disposizione renderebbe il territorio sicuro. Bisognerebbe però farlo entro i tempi in cui i parassiti, attraverso il loro ciclo vitale, possano ridurre inservibile il legname. Allora si taglia, si cippa, si vende (ancora il valore economico a farla da padrone, anche quando, paradossalmente, sembra che si regali, perché se io te lo regalo purché tu Austria, ad esempio, te lo vieni a prendere, io risparmio sui costi di smaltimento ottenendo, al contempo, più sicurezza sul mio territorio).Non vi dico i commenti della gente. Ecco, in tutto questo “bailamme” in cui l’impianto razionale ha sicuramente il sopravvento sul danno “poetico” che inevitabilmente il disastro ha provocato, mi preme sottolineare un aspetto di cui non ho verificato “l’epistème”, ma che assume connotazione di rilievo perché proietta un fascio di luce sulla parte residuale di umanità, che ancora ci abita. Pare che buona parte dell’abete rosso abbattuto, sia stato donato alla scuola di liuteria di Cremona. L’unione di due fenomeni, la materia prima giacente sul terreno e la tradizione liutaia del paese di Stradivari, ha determinato, a mio modesto avviso, l’unico simbolo positivo di questa immane tragedia.
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