AIATL E Zine Marzo 2019 - Page 18 - 18 di Alessandro Butteri Vernice metallica Se riesco oggi, a mettere giù due righe e qualche foto, devo sicuramente ringraziare Luigi Damato per la sua disponibilità e il suo insegnamento circa l’utilizzo di questa tecnica di verniciatura, con pittura metallica. Avevo visto infatti alcuni suoi lavori e ne ero rimasto affascinato. Contattato, da subito si è reso disponibile e lo ha fatto poprio con la gioia di trasmettere ad altri (non ci conoscevamo nemmeno), quello che lui aveva già sperimentato prima. Dunque, al netto della tornitura che è frutto di un esperimento senza progetto e senza troppa fantasia, realizzato al solo scopo di presentare questo tutorial, cercherò di esplicitare, forse più attraverso le immagini che con le parole, ciò che succede con queste vernici. Partiamo, come fece Geppetto, da un ciocco di legno regalato da Mastro Marino. Nonostante le accortezze del Mastro Romagnolo che ha opportunamento sigillato le teste con copiose pennellate di colla, il ciocco presenta severe spaccature che dipanano dalla corteccia alla zona midollare. Non mi perdo d’animo e lo metto comunque in lavorazione. 19 Cerco il centro di gravità permanente, su ambo i lati. Accoppio trascinatrice e contropunta e serro. Affilo, quindi, a questo punto...sono pronto. 20 Ah, no!!! Prima le protezioni. La sgrosso mangia bene, scorre via lineare e con costante avanzamento. Abbozzo una forma con l’idea di creare uno scalino irregolare. Il pezzo non deve essere troppo preciso se vogliamo creare un effetto antichizzato. Faccio la presa mandrino e osservo le crepe rimaste. Occorre rimediare. Utilizzo la colla cianoacrilatica. Conosco bene questo composto, che se ben utilizzato riesce a fare cose davvero utili ma, se trattato male diventa subdolo e cattivo. I vapori della ciano sono utilizzati dalla polizia scientifica per la esaltazione delle impronte digitali allo stato latente. Cosa avviene? Le impronte sono essenzialmente formate dall’essudato corporeo che è un miscuglio di varie sostanze essenzialmente umide. Si crea intorno alla zona una sorta di copertura e si fa sprigionare attraverso un fornellino che scalda una due gocce di ciano che, evaporando, polimerizza con la parte acquosa delle creste. Polimerizzando si formano minuscoli cristalli puntiformi che danno origine al disegno papillare che, dallo stato latente passa a quello evidente.E il danno? Il danno sta, quando lo utiliziamo noi tornitori, nella sua evaporazione appunto. Di solito, passandolo ad alte velocità sul tornio in movimento si produce, per sfregamento, lo stesso calore che permette l’evaporazione. Inalando la cianoacrilatica introduciamo nei nostri polmoni il composto che penetrando negli 21 alveoli, polimerizza con le parti umide cristallizzandoli in maniera irreversibile.Pertanto, dal momento che percepiamo quell’odore acre e pungente il dado è tratto. Perché subdola? Perché non percepiamo nulla lì per lì, solo l’acre odore. Ma dagli oggi dagli domani, se non adottiamo le opportune protezioni, ci troviamo con parte dei polmoni compromessi. (scusate se mi sono dilungato....andiamo avanti). Inserisco la colla e sfrego con una manciata di trucioli. A tornio fermo carteggio subito sia di traverso alla fessura che lungo la stessa, ottenendo la “stucatura”. Affilo l’anello che utilizzo per lo scavo 22 Carteggio e passo turapori diluito al 50% con nitro. A questo punto eseguo il taglio con una fresa per creare una scalinatura al pezzo, per dargli una forma diciamo “atipica” e contestualmente eseguo del texturing per esaltare meglio l’effetto della pittura che andrò ad eseguire. 23 Bene, sono pronto per i cicli di pittura. Si inizia con la stesura di un primer. Accanto ai vari passaggi ho messo la foto della marca che ho usato io. E’ la stessa utilizzata da Luigi che mi ha spiegato passo passo i tempi di attesa. Il primer è sufficiente darlo una sola mano. Prima di procedere alla stesura della metallica si attendono 24 ore per la sua asciugatura. Idem dopo la prima mano di metallica. Attendo 24 ore e poi una seconda mano. 24 A questo punto, con parti della vernice ancora fresche (del tipo che rimangono tracce se uno ci passa un dito) si prende l’attivatore e si passa su tutta la superficie. Lo stesso si può apporre per gocciolamento, per tamponamento o, come nel mio caso, per nebulizzazione. Naturalmente l’”optimum” si ottiene quando il liquido è a contatto con la vernice e con l’aria che circola nella stanza. Come quando si sviluppavano le foto in camera oscura, così il processo di ossidazione si vede “sviluppare” piano piano con i minuti che passano. In questo caso l’effetto ottenuto è un verde rame su base appunto rameica ma ce ne sono effetto ferro, effetto bronzo ecc ecc. Insomma, al gusto. Seconda mano di vernice, pronti per la nebulizzazione dell’attivatore. 25 Dopo circa un’ora, questo è il risultato. Si comincia a vedere l’ossidazione. Si fa asciugare completamente e si ottiene il lavoro finito. 26 Nicola Tessari Doppio Bordo In Gelso Spazzolato, senza finitura, diametro 28 cm 27 Dario Brescia Chi Indovina... ... questo oggetto da ufficio? Legno di pino, infatti ci sono strappi, visto la difficile lavorazione con trovatore, finitura shellawax... Altezza circa 15 e diametro circa 10
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