AIATL E_Zine Giugno - Page 18 - woodturning 18 di Nicola Colaneri Un supporto per una Clessidra Da una richiesta, alla quale non potevo esimermi, è nato il progetto di realizzare un supporto per una clessidra (di quelle facilmente reperibili in rete). Ho optato per il legno d’ulivo. Una tonalità chiara che meglio risalta lo scorrere della sabbia di colore scuro. 19 Ho deciso di usare una forma triangolare, fatto una dima per i due appoggi utile per determinare anche le fresature delle colonnine 20 Torniti i quadrelli con un motivo semplice 21 Carteggiato finemente e preassemblato per verniciare con acrilico opaco 22 Fatto assemblaggio finale et voilà!..... 24 Per provare la mano infortunata ho fatto questo orologio da parete ma vi confesso che ho un pò di vergogna visto i lavori che vengono presentati. Diametro 235 mm finitura con turapori nitro e melaminica. La pirografia è a cura della vera artista di casa, mia moglie Enrica. Davide Massa Orologio Da Parete 25 Walter Mingardi Vaso In Cirmolo (gembro) Vaso in cirmolo (gembro) finitura cera microcristallina 26 Incontripertornire....enonsolo Antichi mestieri in Piazza Testo di: Alessandro Butteri Foto di: Alessandro Butteri e Marino Casadei Ore 04,00 Questa volta si parte direzione Sud Italia. Prima tappa Roma Fiumicino dove ci attende il volo per Catania. Direzione finale Solarino dove si svolgeva, il 22 ed il 23 giugno, una manifestazione dedicata agli antichi mestieri, organizzata dal comitato “AttivaMente” intitolata “AttivaDay”. Soci e frequentatori del forum AIATL sono stati invitati e , con l’occasione, hanno partecipato alle dimostrazioni pratiche nell’ambito della tornitura, del traforo, della pirografia ecc Ma andiamo a piccoli passi nel racconto perché, tra le parole e gli attimi immortalati con l’obiettivo delle macchine fotografiche, spero emerga il più fedelmente possibile, lo spirito di una avventura (ahimé durata solo fino alla domenica pomeriggio per me e Susanna) che ha la sua essenza ed il suo punto di forza, nell’amicizia di un gruppo (esteso) di persone accomunate dalle stesse passioni; che registra la proverbiale ospitalità della terra di Sicilia e che sicuramente non riuscirà a rendere giustizia alle prelibatezze che abbiamo potuto gustare durante tutta la permanenza a Solarino. 27 Partenza Ci godiamo una meravigliosa alba che, all’altezza di Civitavecchia, colora un dipinto stupendo sullo specchio acqueo dinnanzi al porto. In rada alcune enormi navi sembrano quasi sospese su un mare liscio come l’olio. Quella calma trasognata che si ricompone nell’intervallo di tempo concesso tra una brezza di mare notturna ed il sorgere di un maestrale così puntuale da poterci rimettere l’orologio. Poche macchine sulla A12, ci troviamo sulla via di Fiumicino in un batter d’occhio. Lasciamo la macchina e ci prepariamo alle solite procedure d’imbarco. Bene, questa volta tutto procede….di solito vengo smontato come un omino della lego. Forse il look barbuto ha trasmesso, stranamente, più tranquillità. Diciamo che siamo partiti puntuali se, considerando il mezzo di trasporto pubblico da noi, concediamo una oscillazione temporale di un’ora, rientrando all’interno di questo range possiamo ritenerci puntuali. A Catania attendiamo il volo di Antonio qualche ora dopo il nostro, nel frattempo sbrighiamo le pratiche del noleggio auto e ci godiamo l’aria condizionata dell’aereoporto. Nell’ attesa primo arancino al ragù con piselli e granitone al limone. Alle 15 (fuori range della fatidica ora di oscillazione temporale) quindi in netto ritardo, atterra il volo di Antonio. Ritiriamo la Ford Fiesta climatizzata e prendiamo tangenziale e superstrada direzione Siracusa. Bella via di comunicazione, sembra proprio un’autostrada ma, per qualche motivo probabilmente “geologico”, nonostante diversi tentativi, i caselli per renderla tale, non sono riusciti ad attecchire con il naturale paesaggio. Probabilmente per le alte temperature estive o per la frenetica attività del Dio Efesto che all’interno dell’Etna ha la sua officina dove forgia le folgori di Zeus, fatto gliè che i caselli, dopo poco tempo dalla costruzione, esplodono, ripristinando il naturale paesaggio veramente meraviglioso. Solarino Dopo poco meno di un’ora di viaggio ci lasciamo sulla destra due dighe per l’approvvigionamento idrico (e per la produzione di energia elettrica) ed arriviamo alla prima rotonda di Solarino. Uno stop ed una curva tra le prime abitazioni ed arriviamo al Cimitero di Solarino. Ecco, adesso è bene che questo luogo, tanto bene decantato dal Foscolo (quelli in generale eh, non solo quello di Solarino) che risponde benissimo alle indicazioni dell’editto di Saint Claude essendo costruito fuori dal contesto cittadino, è per qualche motivo il punto di riferimento non solo geografico per orientarsi nel paese ma, come vedremo più avanti nel racconto, un punto focale di ritrovo gastronomico. Esatto, si, avete letto bene. Il Cimitero di Solarino. Antonio ci guida per le vie del paese (paesone visto che conta quasi 8000 abitanti). Ricorda un po’ le lunghe vie con sali e scendi di Los Angeles . Saliamo, caserma Carabinieri sulla destra, farmacia Mangiafico sulla sinistra, piazza davanti e Bar Mangiafico sulla destra. E proprio sulla veranda di quest’ultimo, Marino e Marilena ci attendono e parte immediatamente il tour delle granite. Limone, Mandorla e Gelso rosso solo per notare l’astronomica differenza con quella dell’aeroporto. E nell’attesa di Giuseppe (il padrone di casa), spinto più dalla curiosità che dalla ghiottoneria, mi concedo al primo cannolo. 28 Alle 17,30 arriva ZuPippinu con lo scooter indossando uno di quei caschi tradizionali in cui si vede solo nella trasparenza della visiera. Perché molti, ho notato, ne usano di veramente belli, tutti trasparenti e ben ventilati tanto da far svolazzare le capellute chiome sotto l’infuocato vento di scirocco. Si siede con noi ed io approfitto per un’altra granita mentre lui spiega due tattiche di sopravvivenza in una terra in cui l’unità di misura è distorta rispetto ai canoni a cui siamo abituati: prima di tutto via l’orologio dal polso (cosa che Susanna esegue alla lettera) e seconda cosa, la trasparenza (e, per motivi di privacy su questo concetto non mi posso dilungare). Bene, dopo una breve pausa ristoratrice presso il Bar Mangiafico, lo Zio ci accompagna presso la struttura in cui alloggeremmo fino a domenica. Appena giunti avverto alle spalle una esclamazione di Antonio: “questa volta lo Zio si è proprio superato”. Essendo la prima volta che partecipo lì per lì non mi rendo conto ma giusto il tempo di darmi un’occhiata in giro e non faccio fatica a collocare nel giusto significato l’esclamazione di Antonio. Una villetta in posizione collinare, appena fuori da Solarino, sulla via che a valle conduce ….indovinate dove? Esatto, al Cimitero. Vista mozzafiato, monti sulla sinistra e mare all’orizzonte distante appena una decina di chilometri. Alloggiamo al piano superiore. La presenza un ficus benjamina, che io conoscevo come pianta da salotto e che invece a Solarino si materializza come albero, proietta la propria ombra su un tavolo e diverse sedie. La signora Carmela, proprietaria della casa, ci da’ il suo benvenuto con una bottiglia di thè freddo ed una caraffa di caffè gelato con il tentativo di attenuare la calura feroce. Notato il tentativo non andato a buon fine con le squisite bevande rinfrescanti, ci indica sul versante opposto, una piscina meravigliosa. Situazione calura definitivamente risolta. Il pomeriggio ha termine con le prove di solidità del trampolino che supera tutti i test a cui l’ho sottoposto. Le ire controllate di Antonio che, nell’incredulità delle indicazioni dello Zio, non aveva portato con se il costume e i miei tentativi di tranquillizzarlo con frasi tipo: “si sta da Dio”, “ non uscirei più dall’acqua” ecc ecc….Ed una risposta di Marino ad un messaggio con foto allegata: ”BASTARDI!!!!!”
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